martedì 4 aprile 2017

Una visione antica

Il pensiero di Edward Bach, assolutamente rivoluzionario per i suoi tempi, affonda le sue radici in quello di altri che, molto prima di lui, avevano colto l'essenza della natura umana e l'avevano affermata con convinzione.
Quello che Edward Bach ha detto a proposito delle origine e delle cause della  malattia non è nuovo, quindi.  La differenza è che questa visione, espressa pubblicamente, a lui è costata la radiazione dall'Ordine dei Medici, a chi lo ha preceduto è costata la vita.

Già all'inizio del '500 Paracelso (1493-1541) diceva "Se conosciamo l'anatomia dell'uomo interiore, possiamo vedere la natura delle sue malattie al pari dei rimedi. Ciò che vediamo con gli occhi esterni è l'ultima materia".

Subito dopo di lui Giordano Bruno, nato nel 1548 e morto sul rogo nel 1600 a piazza Campo de' Fiori a Roma,  scriveva "Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell'illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi, persino lo Zodiaco".

Nonostante il tempo passato, Bach è stato considerato altrettanto "eretico" e rivoluzionario quando ha scritto, nel volumetto Voi soffrite a causa vostra: "La malattia del corpo come la conosciamo noi è un risultato, un prodotto terminale, uno stadio finale di qualcosa di molto più profondo.
La malattia inizia oltre il piano fisico, più vicino al mentale. E’ interamente il risultato di un conflitto fra il nostro Sé spirituale e il nostro sé mortale. Fino a che questi due sono in armonia, siamo in perfetta salute, ma quando c’è discordia allora ne deriva quello che noi conosciamo come malattia.”


Oggi, nel nuovo millennio, le scienze ufficiali stanno arrivando alle stesse conclusioni seppure con grandi resistenze.
Per fortuna abbiamo metodi per "misurare" e valutare meglio, abbiamo la possibilità di informarci, riflettere e sperimentare in prima persona la validità di questa visione dell'essere umano.
E abbiamo anche la formidabile occasione e la responsabilità di onorare la memoria di chi è stato tanto coraggioso da sfidare istituzioni potenti sacrificando se stesso per restituirci il nostro potere e la nostra profondissima libertà.

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